Beirut, maggio - Hassan Hamadeh, analista politico libanese, ha spiegato ad Arabmonitor ciò che è avvenuto nelle ultime ore in Libano con l'apparente disfatta delle milizie vicine alla maggioranza parlamentare.
"Come insegna la storia, il popolo che ha fame va a divorare i propri governanti. Dopo le scelte del governo Siniora, che tengo a precisare è stato esecutivo golpista che ha esercitato il potere in violazione della legge sin dall'autunno 2006, di sfidare Hezbollah, il leader di Hezbollah ha tenuto un discorso molto duro, molto libanese per denunciare questo sindacato del crimine organizzato al potere nel Paese. Qui siamo di fronte a una situazione semplice: da una parte c'è una linea saudita, dall'altra una libanese orgogliosamente sovrana. Lo scontro è avvenuto tra queste due correnti di pensiero e la reazione dell'opposizione è stata molto rapida ed efficace. Le milizie filosaudite sono state eliminate".
Ma Saad Hariri ha cercato tutto sommato di trovare una soluzione di compromesso quando ha parlato di malinteso tra governo Siniora e opposizione.
"Saad Hariri ha tenuto un discorso televisivo pieno di allusioni e minacce a una possibile guerra settaria tra sunniti e sciiti, dicendo: o fate in un certo modo oppure ci sarà lo scontro. Del resto, il giorno prima lo stesso Mufti sunnita libanese Qabbani ha toccato gli stessi tasti, cercando di aizzare l'odio interconfessionale".
Come valuta la condotta delle forze armate libanesi in questa crisi?
"E' stata molto appropriata. Hanno accompagnato da tutte le parti gli uomini dell'opposizione e hanno assunto il controllo dei locali conquistati e preso in consegna i miliziani di Hariri che sono stati fermati. Violenze, vandalismi sono stati evitati, eppure in molte sedi del movimento al Mustaqbal (di Hariri) sono state trovate armi, lanciarazzi, bottiglie molotov, tutto materiale che con l'attività politica non ha nulla a che vedere".
Perché è avvenuta la forzata chiusura dell'emittente tv Future di Hariri?
"Come membro del Consiglio dell'audiovisivo libanese posso testimoniare personalmente che quell'emittente non ha avuto alcun rispetto per le leggi libanesi in materia ed è stata una tribuna per propagare l'odio interconfessionale".
Ma alle operazioni militari da parte dell'opposizione hanno partecipato quali forze?
"Essenzialmente quelle di Hezbollah e una piccola parte di Amal. Le altre forze, da quelle maronite, alle druse, a quelle sunnite schierate con l'opposizione, hanno sorvegliato la propria area, affinché miliziani armati della maggioranza parlamentare non potessero raggiungere Beirut. Hanno monitorato il proprio territorio".
E i vertici della Chiesa maronita come hanno reagito agli avvenimenti?
"Il patriarca Sfeir, che deve avere delle antenne particolarmente sensibili, anche questa volta è partito prima della tempesta, diretto nel Qatar e negli Stati Uniti. Mi sembra quattro giorni fa. In aeroporto ha avuto ancora la poco felice idea di dichiarare che la crisi libanese va internazionalizzata. Vorrebbe trasformare il Libano in un'altra Serbia".
Cosa succederà adesso?
"La maggioranza schiacciante del Paese è schierata con le forze dell'opposizione. Dovrà essere formato un nuovo governo e dovranno essere regolate le questioni della nuova legge elettorale, del governo di unità nazionale e dell'elezione del presidente della Repubblica".
Quindi anche le decisioni del governo Siniora di dichiarare illegale il sistema telefonico di Hezbollah e la sostituzione del capo della sicurezza all'aeroporto dovranno essere revocate?
"Non devono essere revocate. Sono da considerare non avvenute visto che il governo è fuori dalla legge".
Ma sarà necessario formare un governo di emergenza?
"Penso di sì".
Affidato a chi?
"Per esempio a Selim al Hoss (ex premier sunnita)".
E le istituzioni internazionali come reagiranno?
"Ci saranno le solite condanne, che siano le Nazioni Unite o la Lega araba. I fatti sul terreno sono un'altra cosa. Ci sono dei rapporti di forza in Libano che le istituzioni internazionali non possono modificare".
Che tipo di reazione attende dai governi arabi?
"I regimi arabi sono stati irreggimentati come se fossero delle milizie. Non esiste più la diplomazia araba. Esistono gli ordini impartiti dalla Rice a cui buona parte dei regimi si adegua".
E se i governi occidentali cominciassero ad evacuare i propri cittadini dal Libano che conseguenza avrebbe?
"Sono liberi di farlo, ma nessuno è andato a dare il benché minimo fastidio ai cittadini stranieri presenti in Libano".
"Come insegna la storia, il popolo che ha fame va a divorare i propri governanti. Dopo le scelte del governo Siniora, che tengo a precisare è stato esecutivo golpista che ha esercitato il potere in violazione della legge sin dall'autunno 2006, di sfidare Hezbollah, il leader di Hezbollah ha tenuto un discorso molto duro, molto libanese per denunciare questo sindacato del crimine organizzato al potere nel Paese. Qui siamo di fronte a una situazione semplice: da una parte c'è una linea saudita, dall'altra una libanese orgogliosamente sovrana. Lo scontro è avvenuto tra queste due correnti di pensiero e la reazione dell'opposizione è stata molto rapida ed efficace. Le milizie filosaudite sono state eliminate".
Ma Saad Hariri ha cercato tutto sommato di trovare una soluzione di compromesso quando ha parlato di malinteso tra governo Siniora e opposizione.
"Saad Hariri ha tenuto un discorso televisivo pieno di allusioni e minacce a una possibile guerra settaria tra sunniti e sciiti, dicendo: o fate in un certo modo oppure ci sarà lo scontro. Del resto, il giorno prima lo stesso Mufti sunnita libanese Qabbani ha toccato gli stessi tasti, cercando di aizzare l'odio interconfessionale".
Come valuta la condotta delle forze armate libanesi in questa crisi?
"E' stata molto appropriata. Hanno accompagnato da tutte le parti gli uomini dell'opposizione e hanno assunto il controllo dei locali conquistati e preso in consegna i miliziani di Hariri che sono stati fermati. Violenze, vandalismi sono stati evitati, eppure in molte sedi del movimento al Mustaqbal (di Hariri) sono state trovate armi, lanciarazzi, bottiglie molotov, tutto materiale che con l'attività politica non ha nulla a che vedere".
Perché è avvenuta la forzata chiusura dell'emittente tv Future di Hariri?
"Come membro del Consiglio dell'audiovisivo libanese posso testimoniare personalmente che quell'emittente non ha avuto alcun rispetto per le leggi libanesi in materia ed è stata una tribuna per propagare l'odio interconfessionale".
Ma alle operazioni militari da parte dell'opposizione hanno partecipato quali forze?
"Essenzialmente quelle di Hezbollah e una piccola parte di Amal. Le altre forze, da quelle maronite, alle druse, a quelle sunnite schierate con l'opposizione, hanno sorvegliato la propria area, affinché miliziani armati della maggioranza parlamentare non potessero raggiungere Beirut. Hanno monitorato il proprio territorio".
E i vertici della Chiesa maronita come hanno reagito agli avvenimenti?
"Il patriarca Sfeir, che deve avere delle antenne particolarmente sensibili, anche questa volta è partito prima della tempesta, diretto nel Qatar e negli Stati Uniti. Mi sembra quattro giorni fa. In aeroporto ha avuto ancora la poco felice idea di dichiarare che la crisi libanese va internazionalizzata. Vorrebbe trasformare il Libano in un'altra Serbia".
Cosa succederà adesso?
"La maggioranza schiacciante del Paese è schierata con le forze dell'opposizione. Dovrà essere formato un nuovo governo e dovranno essere regolate le questioni della nuova legge elettorale, del governo di unità nazionale e dell'elezione del presidente della Repubblica".
Quindi anche le decisioni del governo Siniora di dichiarare illegale il sistema telefonico di Hezbollah e la sostituzione del capo della sicurezza all'aeroporto dovranno essere revocate?
"Non devono essere revocate. Sono da considerare non avvenute visto che il governo è fuori dalla legge".
Ma sarà necessario formare un governo di emergenza?
"Penso di sì".
Affidato a chi?
"Per esempio a Selim al Hoss (ex premier sunnita)".
E le istituzioni internazionali come reagiranno?
"Ci saranno le solite condanne, che siano le Nazioni Unite o la Lega araba. I fatti sul terreno sono un'altra cosa. Ci sono dei rapporti di forza in Libano che le istituzioni internazionali non possono modificare".
Che tipo di reazione attende dai governi arabi?
"I regimi arabi sono stati irreggimentati come se fossero delle milizie. Non esiste più la diplomazia araba. Esistono gli ordini impartiti dalla Rice a cui buona parte dei regimi si adegua".
E se i governi occidentali cominciassero ad evacuare i propri cittadini dal Libano che conseguenza avrebbe?
"Sono liberi di farlo, ma nessuno è andato a dare il benché minimo fastidio ai cittadini stranieri presenti in Libano".
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