Ritiro dei soldati dal Libano e ridispiegamento militare in Afghanistan e in Iraq, le intenzioni dell'ex ministro della Difesa Antonio Martino. In un'intervista alla Reuters Martino, che afferma di volere per sè l'incarico di titolare della Difesa ma su questo non v'è nulla di "definito" , afferma il suo punto di vista tradizionalmente filoatlantico. "Ho intenzione di ridurre drasticamente", spiega Martino aggiungendo di esprimere un punto di vista assolutamente personale, "la nostra presenza in Libano, se non cancellarla del tutto, e inviare soldati in Afghanistan e in Iraq, dove ve ne è necessità".
Quanto al Libano, l'ex ministro della Difesa insiste nel voler rovesciare l'asse voluto da Massimo D'Alema, attuale ministro degli esteri. "Non solo dei soldati italiani in Libano non v'è assolutamente bisogno -ha sottolineato Martino- ma sono anche a rischio".
Have you ever been in some village in the South of Lebanon mr. Martino?
venerdì 14 marzo 2008
venerdì 7 marzo 2008
Bari, TerCom Project: Activation of mechanism to support rural territories and communities in Lebanon
“Per molte donne lavorare è una necessità, non un lusso”.
Sono parole di una imprenditrice rurale libanese che in questi giorni, insieme ad altre undici “colleghe”, sta frequentando un corso di formazione all’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari. Si chiama Sabah Zibaoui e da diciotto anni racconta di lavorare, in casa, per poter mandare i suoi tre figli all’università.
C’è la storia di Nawal che ha investito tutti i suoi averi in un’azienda agricola e che ha visto il suo primo raccolto distrutto dalla guerra del 2006. E che ora continua a lavorare per sanare i debiti contratti per ricostruire la sua azienda. Sono donne che non “mollano”, decise ad andare avanti per sé e per le altre donne che, come loro, continuano a credere nel lavoro che fanno.
Guidate da Wafa’a Dikah Hamzè, già ministro per le pari opportunità e membro fondatore del Comitato Nazionale delle Donne Libanesi, sono interessate alla costituzione di un Osservatorio nazionale in agricoltura che possa offrire assistenza, supporto e, altresì, monitorare la crescita della presenza femminile nel mondo rurale.
“L’Osservatorio che vogliamo costituire” ha detto Wafa’a Dikah Hamzè “deve essere in grado di raggiungere le donne imprenditrici dei villaggi più sperduti, non il contrario”.
“È la donna che riveste il ruolo naturale per lo sviluppo dell’agricoltura” ha detto il direttore dell’Iamb, Cosimo Lacirignola, “ed è per questo che è necessario costituire un Organismo che migliori la loro attività, che sia in grado di fare rete e impostare relazioni con le istituzioni locali”.
“Tra gli obiettivi del Ciheam” ha aggiunto la vice presidente del Ciheam, Giuliana Trisorio Liuzzi, “c’è quello di contribuire a fare dell’Osservatorio Nazionale in Agricoltura uno degli strumenti essenziali per promuovere effettive condizioni di «pari opportunità» per le donne mediterranee, secondo un’impostazione che può diventare un modello di riferimento per i Paesi in via di sviluppo dell’area mediterranea”.
Lo stage di formazione per le imprenditrici è organizzato nell’ambito del progetto TerCom “Attivazione dei meccanismi per il sostegno dei territori e delle comunità rurali in Libano”, sulla base dell'accordo stipulato un anno fa tra il governo italiano e il Consiglio per la ricostruzione e lo sviluppo (Cdr) del governo libanese e dell'Accordo Operativo tra il Ciheam-Iamb e il Ministero dell'Agricoltura libanese (Moa).
In particolare, il progetto TerCom è finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, con il contributo della Regione Puglia ed attuato dallo Iamb. Nei sette giorni di corso le partecipanti avranno modo di assistere alle lezioni di ricercatori dell’Iamb sulla dimensione di genere nelle esperienze di cooperazione nell’area mediterranea. Alcuni rappresentanti di Confcooperative illustreranno le difficoltà e le soluzioni nella realizzazione di un piano aziendale, e porteranno le esperienze di alcune donne imprenditrici pugliesi. Le imprenditrici visiteranno la sede romana dell’ONILFA ed alcune aziende agricole pugliesi gestite da donne.
Nella mattinata dell’8 marzo, inoltre, parteciperanno al convegno “L’impresa di essere donna” organizzato dalla Camera di Commercio di Bari e, nel pomeriggio, visiteranno la sede barese del Conart dove saranno esposti anche i loro manufatti e si potranno degustare i loro prodotti alimentari.
Sono parole di una imprenditrice rurale libanese che in questi giorni, insieme ad altre undici “colleghe”, sta frequentando un corso di formazione all’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari. Si chiama Sabah Zibaoui e da diciotto anni racconta di lavorare, in casa, per poter mandare i suoi tre figli all’università.
C’è la storia di Nawal che ha investito tutti i suoi averi in un’azienda agricola e che ha visto il suo primo raccolto distrutto dalla guerra del 2006. E che ora continua a lavorare per sanare i debiti contratti per ricostruire la sua azienda. Sono donne che non “mollano”, decise ad andare avanti per sé e per le altre donne che, come loro, continuano a credere nel lavoro che fanno.
Guidate da Wafa’a Dikah Hamzè, già ministro per le pari opportunità e membro fondatore del Comitato Nazionale delle Donne Libanesi, sono interessate alla costituzione di un Osservatorio nazionale in agricoltura che possa offrire assistenza, supporto e, altresì, monitorare la crescita della presenza femminile nel mondo rurale.
“L’Osservatorio che vogliamo costituire” ha detto Wafa’a Dikah Hamzè “deve essere in grado di raggiungere le donne imprenditrici dei villaggi più sperduti, non il contrario”.
“È la donna che riveste il ruolo naturale per lo sviluppo dell’agricoltura” ha detto il direttore dell’Iamb, Cosimo Lacirignola, “ed è per questo che è necessario costituire un Organismo che migliori la loro attività, che sia in grado di fare rete e impostare relazioni con le istituzioni locali”.
“Tra gli obiettivi del Ciheam” ha aggiunto la vice presidente del Ciheam, Giuliana Trisorio Liuzzi, “c’è quello di contribuire a fare dell’Osservatorio Nazionale in Agricoltura uno degli strumenti essenziali per promuovere effettive condizioni di «pari opportunità» per le donne mediterranee, secondo un’impostazione che può diventare un modello di riferimento per i Paesi in via di sviluppo dell’area mediterranea”.
Lo stage di formazione per le imprenditrici è organizzato nell’ambito del progetto TerCom “Attivazione dei meccanismi per il sostegno dei territori e delle comunità rurali in Libano”, sulla base dell'accordo stipulato un anno fa tra il governo italiano e il Consiglio per la ricostruzione e lo sviluppo (Cdr) del governo libanese e dell'Accordo Operativo tra il Ciheam-Iamb e il Ministero dell'Agricoltura libanese (Moa).
In particolare, il progetto TerCom è finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, con il contributo della Regione Puglia ed attuato dallo Iamb. Nei sette giorni di corso le partecipanti avranno modo di assistere alle lezioni di ricercatori dell’Iamb sulla dimensione di genere nelle esperienze di cooperazione nell’area mediterranea. Alcuni rappresentanti di Confcooperative illustreranno le difficoltà e le soluzioni nella realizzazione di un piano aziendale, e porteranno le esperienze di alcune donne imprenditrici pugliesi. Le imprenditrici visiteranno la sede romana dell’ONILFA ed alcune aziende agricole pugliesi gestite da donne.
Nella mattinata dell’8 marzo, inoltre, parteciperanno al convegno “L’impresa di essere donna” organizzato dalla Camera di Commercio di Bari e, nel pomeriggio, visiteranno la sede barese del Conart dove saranno esposti anche i loro manufatti e si potranno degustare i loro prodotti alimentari.
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