domenica 27 gennaio 2008

Today, Guerrilla



Beirut è tornata a infiammarsi oggi dopo che una manifestazione di protesta contro le continue interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica è degenerata in scontri tra l'esercito e i dimostranti. Sono al momento almeno tre i dimostranti uccisi e una ventina i feriti.
Dal quartiere di Shiyah, a maggioranza sciita, gli scontri si sono estesi in serata a numerose altre zone della periferia sud di Beirut (Al Rihab, Qafaat, Mar Elias), dove gruppi di dimostranti hanno attuato blocchi stradali e dato alle fiamme cataste di pneumatici, interrompendo la circolazione anche lungo la strada per l'aeroporto internazionale della capitale libanese. A nome di Amal, il movimento guidato dal presidente del Parlamento e leader sciita d'opposizione Nabih Berri, il deputato Ali Hassan Khalil ha lanciato un appello ai dimostranti perchè sgomberino le strade e lascino mano libera all'esercito.
Secondo Otv, l'emittente televisiva della Corrente patriottica libera (Cpl) guidata dal leader cristiano d'opposizione Michel Aoun, quattro dimostranti sono stati uccisi. Negli scontri tra soldati e manifestanti scoppiati questo pomeriggio alla periferia sud di Beirut nel quartiere di Shiyah, a maggioranza sciita, è stato ucciso anche un militante del movimento Amal, Ahmad Hamza (35 anni). Amal ha fatto appello ai suoi seguaci a interrompere le proteste scoppiate dopo la morte del militante. L'esercito dice di aver sparato solo in alto, e non è ancora chiaro che abbia ucciso l'uomo.

- - -

Riots Renew in Beirut with Protestors Tossing Stones at Troops, One Amal Official Killed
The crackle of gunfire was heard over Beirut Sunday after violent demonstrators -- protesting power cuts -- tossed stones at heavily armed Lebanese soldiers and blocked main roads with blazing tires and burning garbage bins. Security sources said one Amal movement official was killed and several people were wounded. The official was identified as Ahmad Hamza, Amal's representative in the Hay Moawwad quarter of Shiyah, where protests first broke out around 4 pm. "Hamza has passed away after being shot in the back," an Amal official told AFP, adding that he was unable to identify the source of the fire.
"Amal will not be dragged into any provocation," he said.
A security official and witnesses told AFP that gunmen opened fire on Lebanese troops in the southern suburbs of Beirut where demonstrators had blocked roads with burning tires to protest against power cuts in that area.
But as night fell, riots spread to reach the airport highway, where demonstrators cut the main road with burning tires. Soon afterwards protestors cut the coastal highway between Sidon and Tyre with blazing tires.
The road to Baalbek in east Lebanon's Bekaa valley was also briefly closed.
Witnesses said gunfire rang out sporadically across the southern suburbs, although the source of the firing could not be determined.
The Amal official told AFP that Hamza was not among the protesters.
"Hamza was not a demonstrator. He cooperated with the army on a regular basis whenever there were such similar protests in the region," he said. "The protests were initially spontaneous."
According to the security official, the shooting occurred after demonstrators set ablaze tires, blocking a main road linking the Shiyah and Mar Mikhael neighborhoods in the southern suburbs to protest power shortages.
The army fired warning shots to disperse the demonstrators, the official said.
Demonstrators carried sticks and metal bars and witnesses said some gunmen in the crowd opened fire at the security forces who responded by firing at them.
Troops were seen taking positions on rooftops, one witness told AFP.
Dozens of demonstrators were on the streets between the neighborhoods of Shiyah and Mar Mikhael and some protesters were also emerging on the streets further south, witnesses said.
Demonstrators have faced off with security forces on several occasions in the past few days over the power cuts.

sabato 26 gennaio 2008

25th Jan: police targetted




Una bomba è esplosa vicino ad un cavalcavia nella parte orientale di Beirut, nel quartiere cristiano di Furn al-Shebbak, uccidendo un alto funzionario di polizia e almeno altre cinque persone, secondo quanto riferito da fonti di sicurezza.
Si tratta di Wisam Eid, capitano dei servizi d'informazione delle Forze di sicurezza interne (Isf, polizia) considerata vicina alla coalizione antisiriana del leader Saad al-Hariri al potere.
Con una tecnica ormai sanguinosamente collaudata, e impiegata anche nell'ultimo attentato del 15 gennaio contro un fuoristrada dell'ambasciata Usa (tre morti), un'autobomba parcheggiata a lato del viadotto che sovrasta l'incrocio e imbottita con almeno 25 chili di esplosivo ad alto potenziale è stata fatta detonare a distanza al passaggio dell'auto dell'ufficiale delle Isf. L'esplosione, che ha scavato un cratere di quasi due metri di diametro nella carreggiata stradale, ha investito in pieno l'auto di Eid e danneggiato altri veicoli di passaggio.
I pompieri hanno gettato acqua sulle macchine in fiamme e i rottami sparsi sulla strada del quartiere Hazmiyeh, a maggioranza cristiana.
L'esplosione è avvenuta dieci giorni dopo che un'autobomba ha danneggiato una vettura diplomatica americana nella capitale libanese uccidendo tre persone e ferendone sedici.
L'intelligence della polizia è coinvolta molto da vicino nell'indagine guidata dall'Onu sull'assassinio del padre di Hariri, l'ex primo ministro libanese Rafik al-Hariri. Parlando con i giornalisti sul luogo dell'esplosione, il generale Ashraf Rifi, comandante delle Isf, ha confermato che l'attentato aveva per obiettivo proprio Eid che, ha detto, "era incaricato di seguire dossier delicati relativi alla catena di attentati che ha colpito il Libano negli ultimi due anni". Il ministro della gioventù Ahmad Fatfat, esponente della maggioranza parlamentare antisiriana, ha sottolineato che il capitano Eid era stato coinvolto nelle indagini sulla strage del San Valentino 2005, costata la vita al premier Rafik Hariri e altre 22 persone.
- - -
Era il nemico numero uno dei terroristi. Era un segugio coraggioso e paziente. Era l’artefice, lo scriba e il custode dei più riservati dossier sulla sicurezza interna libanese. Da tre anni inseguiva esecutori e mandanti della catena d’attentati costata la vita all’ex premier Rafik Hariri e a una decina di altre personalità libanesi. Ieri mattina ha perso la sua battaglia, è diventato, come gli sventurati protagonisti delle sue indagini, un pezzo di carne bruciata sull’asfalto.

Il capitano Wissam Eid sapeva di essere nel mirino. Avevano cercato di fargli la pelle altre tre volte. Un anno fa gli avevano lanciato una bomba a mano davanti all’uscio di casa, lui si era fatto scudo con le mani, si era salvato d’istinto, era rimasto menomato, ma vivo. Ieri non sono andati per il sottile, hanno dispiegato la stessa millimetrica, micidiale, devastante precisione riservata ai suoi predecessori. Alle dieci di mattina il capitano, 31 anni, ha appena terminato una riunione con la commissione internazionale incaricata dalle Nazioni Unite di indagare sull’assassinio di Hariri.

L’auto dell’ufficiale scende verso il centro di Beirut, entra nel sobborgo cristiano di Hazmiyeh, svolta intorno alla rotonda Chevrolet, decolla in una vampata di fuoco. Lui è già morto, intorno è l’inferno. Una fila di macchine si accartoccia una sull’altra, innesca un rogo di rottami e carrozzerie sventrate. Umani insanguinati, feriti e terrorizzati vagano nella cortina di fumo, serrano gli occhi davanti all’orrore, si tappano naso e bocca invasi dal lezzo d’ossa e carni cremate. Davanti a quei resti d’umanità fulminata, mutilata, carbonizzata, la conta delle vittime diventa tombola crudele. Per ore il bilancio parla di dieci morti poi tutto si ridimensiona a cinque cadaveri, il capitano Eid, la sua guardia del corpo e tre passanti. La distruzione, le decine di feriti colpiti in un raggio terribilmente ampio testimoniano la potenza dell’autobomba. Il fine del resto giustifica i mezzi. Il super-poliziotto Eid era anche un ingegnere, l’interprete attento e competente delle complesse perizie sul caso Hariri che accusano un gruppo di ufficiali vicini all’ex presidente Emile Laoud e alla Siria. Era la mente del tortuoso domino telematico e telefonico che collega le schede dei cellulari usati dagli esecutori dell’attentato all’ex premier ai loro probabili mandanti.
Il capitano Eid era anche un nemico dichiarato della Siria e dei suoi complici. Da otto anni la sua vita coincideva con il servizio nelle Forze di Sicurezza Interne, l’unico corpo di polizia legato al governo di Fouad Sinora. Subito dopo morte di Hariri era diventato il responsabile del dipartimento informazione e il coordinatore delle indagini condotte con gli investigatori dell’Onu. Dalla scorsa estate era anche nel mirino di Al Qaida. Per mesi aveva fatto la spola tra Beirut e la città natale di Tripoli coordinando le indagini contro i militanti di Fatah Al Islam asserragliati alle porte della città, inseguendo le tracce che portavano anche in quel caso a Damasco.
Ieri, subito dopo la sua morte, una fila di pneumatici in fiamme ha bloccato la strada da Tripoli al confine. È stato l’ultimo saluto dei suoi concittadini, l’ultima indignata risposta a chi ancora si chiedeva dove cercare gli assassini di quel super-poliziotto.

venerdì 18 gennaio 2008

Meeting between Aoun and Hariri



Il leader della maggioranza parlamentare libanese Saad Hariri e quello dell'opposizione cristiana, Michel Aoun, si sono riuniti oggi per la prima volta in tre mesi a Beirut nell'ambito della mediazione del capo della Lega araba Amr Moussa tesa a risolvere la crisi politica che paralizza il Libano da oltre un anno.

Alla riunione, che si è tenuta al parlamento nel centro di Beirut, erano presenti anche lo stesso segretario generale della Lega araba Amr Moussa e l'ex presidente libanese Amin Gemayel, che milita nella maggioranza anti-siriana. Hariri e Aoun l'anno scorso avevano avuto diversi incontri, fra cui uno a Parigi ad ottobre. Hezbollah, che guida l'opposizione, recentemente ha nominato Aoun suo rappresentante in ogni incontro con la maggioranza, iniziativa a lungo osteggiata dal blocco anti-siriano.

Negli ultimi due giorni, Moussa ha incontrato i responsabili libanesi per tentare di trovare una via d'uscita alla crisi in cui versa il Paese dei Cedri, la peggiore dalla fine della guerra civile del 1975-90. "Gli orizzonti si stanno allargando", ha dichiarato ai giornalisti Moussa al termine del suo incontro con il Primo ministro Fuad Saniora e poco prima di recarsi in parlamento per partecipare al meeting Hariri-Aoun. "Stiamo facendo tutto quello che possiamo per trovare un accordo", ha detto ancora Moussa che è al suo secondo viaggio in Libano nel mese di gennaio.

venerdì 11 gennaio 2008

Radiodervish Nabil on Elaph

Ecco l'intervista di uno dei più importanti giornali web arabi, Elaph, al Nostro Nabil.




نبيل سلامة فنان عربي يخوض مغامرة موسيقية في أوروبا


نبيل سلامة (عدسة إيلاف)
أسامة العيسة من القدس: يسعى الفنان العربي- الإيطالي نبيل سلامة، مع فرقته (راديو درويش) أو (راديو درفيش) كما هي مشهورة في إيطاليا، إلى تقديم مقترحات موسيقية لا تنتمي إلى الأنواع المعروفة في الموسيقى الغربية والشرقية، مستلهما في الوقت ذاته الأغاني الفلكلورية العربية، التي أعاد تقديم بعضها بأسلوب وتوزيع مختلفين تماما عن الأصل، وبالإضافة إلى ذلك قدم بعض أغاني المطربة فيروز، ووصل بمغامرته الموسيقية إلى النبش في التراث العربي الصوفي لتقديم محاكاة موسيقية له.
وخلال احتفالات أعياد الميلاد المجيدة في فلسطين، شارك سلامة وفرقته الجمهور الفلسطيني، في إحياء هذه الاحتفالات، التي عنت له شيئا مهما له بشكل شخصي، وهو ما تحدث عنه في هذا اللقاء مع إيلاف.
زائرو الأبواب
* ما هي فرقة (راديو درويش) وماذا يعني الاسم؟
نبيل سلامة: راديو درويش، مكونة من كلمتين، الأولى راديو وهو أو وسيلة حديثة كان يمكن للواحد، أن يسافر عبرها من بلد إلى آخر، ومن ارض إلى أخرى دون حاجة إلى جواز سفر أو إذن، فالراديو وسيلة تحفيزية لمخيلة الإنسان، ووسيلة لان يسافر ببساطة وسهولة وبدون تعقيد، الجزء الثاني من الاسم، المقصود به الناس البسطاء، واصل الكلمة من اللغة الإيرانية وهي مكونة من جزئين تعنيان (زائرو الأبواب)، وبالنسبة لنا هي الأبواب التي يعبر الناس من خلالها حدود الأماكن وحدود التفكير وحدود الروح، وهي الأبواب المشرعة التي تجعل البعض ينتظر لقاء أحد، وتعطي الفرصة لاخرين لعبورها، من اجل الاكتشاف، والشعور بالمفاجأة، ومن هذه المنطلقات جمعنا الكلمتين واعطينا اسما لمخيلتنا الموسيقية.

*ما هي الموسيقى التي تقدمونها؟
-موسيقانا لا هي عربية ولا غربية، وهي تجمع بيني أنا الفلسطيني الذي كنت أعيش في لبنان، وزميلي ميكيل لاباكارو الإيطالي الأوروبي، ويمكن لك أن تتصور كيف يمكن ان تتكون موسيقى، بين هذين الشخصين الذين اجتمعا لكي يتخيلوا أو يبنيا شيئا معينا معا.
ومن الطبيعي، أن يكون المشروع الموسيقي الذي بنيناه معا، متأثرا بالموسيقى العربية والموسيقى الغربية، ولكن في نفس الوقت نحن لسنا هذا أو ذاك، اننا نقدم نوعا موسيقيا جديدا، تتداخل فيه جنبا إلى جنب الإيقاعات حتى تعطي لونا جديدا.

*كيف تتولد الألحان لديكما؟
-عبر الارتجال والتمارين، ليس لدينا مشاريع موسيقية على الورق، نضعها مسبقا، ونقول بأننا نريد تنفيذها، ولكن الأفكار لدينا تتولد عبر الارتجال، حتى تصبح مقطوعات موسيقية.

فضول البدايات
*كيف بدأت فرقة (راديو درويش)؟
-التقيت مع زميلي ميكيل في الجامعة قبل 25 عاما، ذهبت إلى إيطاليا في رحلة دراسة أو بتعبير أدق، قمت بالهجرة الدراسية، التي كانت وما زالت ميزة خاصة للشعب الفلسطيني، ذهبت إلى إيطاليا لدراسة هندسة الإلكترون، بينما كان ميكيل يدرس الفلسفة، فالتقينا في إطار جامعي وكان لديه فضولا كبيرا لمعرفة الموسيقى والثقافة والآداب العربية، وأنا أيضا كان لدي الفضول والتوجه لمعرفة الثقافة الإيطالية والموسيقى، ومن هذا التمازج والرغبة في أن يكتشف كل منا عالم الآخر، ولد مشروع موسيقي، رغم انه لم يكن لدينا وعي لهذا المشروع، أو أننا كنا نخطط أو نعرف بان تكون الموسيقى الحقل المهني أو النشاط الأساسي لنا، نجن اجتمعنا كأصدقاء وزملاء دون أن يكون لدينا تفكير مسبق.

*متى بدأتم الخطوات العملية لتأسيس الفرقة؟
- تكونت الفرقة عمليا عام 1993، مع نشر أول اسطوانة لنا بعنوان (الدراويش)، ولاقت قبولا، في فترة لم يكن لدى المجتمع الإيطالي، والمجتمعات الأوروبية بشكل عام معرفة أو ثقافة موسيقية، عن أنواع موسيقية خارجية.
ولكن الان حدثت مستجدات عبر الهجرة وعبر التنوع، الان يستوعب المجتمع الإيطالي الهجرة والقادمين ليس فقط الذين يأتون للعمل الأكثر تواضعا، بل يوجد مثقفين ورجال فكر من العالم العربي ومن فلسطين، يشغلون أماكن مهمة في المجتمع الإيطالي، وعدا عن الجالية العربية، توجد جاليات من مختلف أنحاء العالم تشارك عمليا وفعليا بالحياة الثقافية وغيرها.
*وبعد اسطوانة (الدراويش)؟
-منذ أن نشرنا أول اسطوانة، تتابعت أعمالنا، وقبل نحو شهرين نشرنا سابع أسطوانة لنا.

*هل جرى تطور على مشروعكم الموسيقي؟
-من الطبيعي أن يحدث تطور، ليس فقط في الموسيقى، ولكن على صعيد النضوج الشخصي، لقد كبرنا في العمر أيضا وليس فقط تطورنا ثقافي وفنيا، وهذا انضج تجربتنا وساهم في بلورة ثقافة وتفكير موسيقيين خاصين بنا.

*مع العدد الكبير من الفرق الموسيقية خصوصا في الغرب، بماذا تختلفون عن الفرق الأخرى؟
-نحن لدينا عدة نشاطات، مثل العروض المسرحية، فنتداخل موسيقيا مع قطع مسرحية، ونعد الموسيقى المسرحية لها، ونشرنا اسطوانتين بهذا المجال، إحداها اعتمدت على كتاب للمفكر والفيلسوف الصوفي فريد الدين العطار اسمه (منطق الطير) أخذنا الكتاب، ووضعنا موسيقى حول نصوصه، وكان ذلك قبل أربع سنوات، وقبل سنتين نشرنا موسيقى لعمل مسرحي أخر، وبالإضافة إلى ذلك وضعنا موسيقى تصويرية لأفلام، أخرها لفيلم سيرى النور بعد عدة اشهر وهو من نوع الرسوم المتحركة، لاشهر الممثلين في إيطاليا في مجال دبلجة هذا النوع من الأفلام.
والان لدينا توجه إلى الموسيقى الأكثر شعبية، لأننا نريد مخاطبة جمهور جديد، جمهور المجتمع الجديد الإيطالي.
لقاء مع الجذور

*هل امتد نشاطكم خارج إيطاليا؟
-نعم، قدمنا عروضا خارج إيطاليا، منها حفلة على مسرح الاولمبيا في باريس، وعروض أخرى في اليونان، وأسبانيا، وبروكسل، وساحة الشهداء في بيروت.

*ما أهمية عرضكم في ساحة المهد بمدينة بيت لحم؟
-بالنسبة لي شخصيا له أهمية كبيرة جدا، لأنني أعود إلى الجذور التي لم التق بها من قبل ولم أراها، لذا فان من الطبيعي، أن يكون لها وقعا كبيرا جدا علي، وهي العودة إلى مكان عشته فقط عبر مخيلة الأبوين والأشخاص الذين عاشوا في فلسطين وحدثونا عن أماكنهم الحميمة قبل التشرد، قصصا وحكايات بقيت حلما.
أما بالنسبة للفرقة، فتقديم عرض في فلسطين له أهمية كبيرة أيضا، لأننا نحمل وجهة نظر، ولدينا رغبة في مشاركة الجمهور بها، اننا نحمل وجهة نظر تقول بأنه توجد إمكانية للتعايش بشرط الاحترام المتبادل بين الثقافات.

*هل هي رسالة سياسية؟
- يمكن أن تكون سياسية، لكن نحن مجرد مثقفين، وموسيقيين، واريد التأكيد بان التعايش لا يعني، أن لا يعلن المرء معارضته للاحتلال.

*كيف ترى واقع الموسيقى العربية الان، وهل تتابع ما يجري على الساحة الفنية العربية؟
-الموسيقى العربية التي اعرفها في السبعينات واوائل الثمانينات كانت تنتج ثقافة، أما الموسيقى العربية التي أراها الان عبر الفضائيات واسمعها في الإذاعات فإنها تنتج ثقافة اقل بكثير من حقبة السبعينات، ولكن لهذه لموسيقى إيجابياتها، على الرغم من الطابع الاستهلاكي لها، أنا شخصيا احب الموسيقى وحتى هذه الموسيقى الاستهلاكية، فنحن بحاجة لها أيضا، ولكن يجب أن يكون للواحد وعي وهو يراقب، ويستمع، وعي لحقيقته ولواقعه ولثقافته، ويكون حريصا على أن لا تطغى الموسيقى الاستهلاكية على ثقافته.

واريد أن انوه، انه توجد أيضا أقلية في الموسيقى العربية، وكانت أقلية دائما، وستبقى أقلية، تضم موسيقيين يراهنون على موسيقى لها مستوى ويكون لها بعد ثقافي.
*ما هي أحلامكم المستقبلية، وما هي مشاريعكم المفنية؟
-بزيارة فلسطين تحقق حلم كبير لي، حلم عشته أربعين سنة، ولا اعرف لاحقا ماذا يحدث ربما احلم حلما آخر، ما يهم الان انه تحقق حلم حياتي.