Parlando con i libanesi, le idee e le opinioni sono delle piu'diverse ma sembra piu'o meno chiaro lo scenario politico interno, che piu' o meno velatamente cela retroscena inquietanti.
Il Piano. La manifestazione di quelli che si oppongono al governo attuale continueranno finchè il Presidente non riporterà la decisione del processo internazionale sull'assassinio del 14 Marzo al Governo Libanese, e ovviamente Lahoud non firmerà mai. L'attuale governo si riunirà ancora per decidere di reinviare la decisione al parlamento indipendentemente dalla firma del presidente. Quindi sarà la volta di Berri di convocare una sessione del Parlamento in cui l'argomento sarà messo in agenda. A quel punto il governo cadrebbe ed in 30 giorni ne verrebbe formato uno nuovo. Il nuovo governo avrebbe due obiettivi principali: Eleggere un nuovo Presidente (probabilmente già nel prossimo Febbraio) e Organizzare le nuove elezioni del Parlamento. E così eccola la cosiddetta "opposizione": quasi un milione, un quarto della popolazione del Libano. Hanno occupato il cuore di Beirut, ripetendo con ostinazione di volere un "governo pulito e libero", chi addirittura azzarda di non volere "le mani dell'America sul nostro Paese". Hezbollah e Amal li hanno portati in Piazza dei Martiri da tutto il Paese, pagandogli la benzina e mettendogli a disposizione camion, autobus e bandiere. In uno scenario colossale come questo, quasi cinematografico per quanto sembra esagerato nelle proporzioni di uno tsunami, è sottile la separazione tra la la forza della legalità e quella della propaganda.
E intanto nel palazzo del Governo resistono il Premier e un manipolo di ministri della coalizione vincitrice delle passate elezioni, gli stessi che hanno addirittura cominciato a dormire anche lì dentro stesso, temendo si possa effettivamente realizzare la predizione del loro alleato Jumblatt, ovvero che almeno 3 ministri del governo sarebbero stati oggetto di minacce di morte, e purtroppo Pierre Gemayel è stato il primo... Un governo democraticamente eletto dopo l'uccisione del Premier Rafiq Hariri, dopo quella Primavera dei Cedri che, con la sola forza dell'indignazione e della rabbia, ha costretto la Siria ad andar via dopo 30 anni d'occupazione, niente piu' soldati siriani, niente piu'"strani" checkpoints a chiedere ingiusti "pedaggi". Eppure gli oppositori radunati in questi giorni di fronte al governo raggiungerebbero anzitutto un risultato che compiace il vecchio padrone siriano, salvando i vertici di Damasco dalle insidie di un tribunale internazionale sull'assassinio Hariri. Il tutto però con meno ostentazione del previsto: niente bellicosi stendardi gialloverdi, sostituiti dalla VERA bandiera LIBANESE, e con gli HA stessi schierati a doppio cordone di servizio d'ordine per dimostrare di voler contenere qualsiasi disordine. E chi appoggia HA e Amal? Maroniti, sì cristiani con sciiti. Chi l'avrebbe detto? Chi avrebbe pensato che a chiedere le dimissioni del governo ci fosse anche il generale cristiano Michel Aoun, che dopo essere stato esiliato per quasi vent'anni, a 71 anni suonati "ovatta" i suoi ideali barattandoli in cambio del miraggio della presidenza. Dicono che Aoun sarà "la nuova foglia di fico cristiana per la nuova egemonia sciita".
Io dico che una dimostrazione del genere, sfruttando il "moto delle masse" è sicuramente una mossa antidemocratica. Se loro sono l'"opposizione", perchè non raggiungono i loro scopi dibattendo e scontrandosi (verbalmente) in Parlamento, in maniera civile, così come si fa nei Paesi democratici? Oppure, perchè non aspettano le prossime, incipienti elezioni per rovesciare il governo se sono davvero certi di guadagnare la maggioranza che, oggi, dicono di possedere in maniera schiacciante? Se Lahoud dice che l'attuale governo è anticostituzionale perchè esclude la parte Sciita (i 5 ministri HA che si sono dimessi), perchè Siniora non può indicare altri 5 ministri Sciiti, magari addirittura non pro-HA? Tecnicamente questo risolverebbe il dilemma della diversificazione delle fedi in seno al governo, che pone oggi lo stallo nel Paese.
Vox populi parla di un segreto accordo che potrebbe bypassare lo stallo: il governo accetterebbe un terzo dei ministri alla coalizione HA in cambio delle dimissioni immediate del Presidente filosiriano Lahoud. Ancora è incerto prevedere quanto queste voci siano fondate o resteranno mere previsioni su possibili scenari. Intanto il 2007 diventerebbe un'altra annata campale: il termine dell'extra-mandato di Lahoud e le elezioni per il nuovo Governo.
Il Libano ha paura di nuovi incipienti attentati o eventi destabilizzanti clamorosi, ma la sensazione è davvero che se na ha abbastanza di politici corrotti, mentalità e istituzioni arcaiche. Sono, siamo tutti DISGUSTATI di questa situazione che, apparentemente, sembra insinuare che i libanesi non hanno imparato nulla dalle passate lezioni pagate a caro prezzo all'indomani della guerra civile degli anni '70, delle guerre con Israele e dei continui attentati ed efferatezze con cui tanti, troppi combattono con la guerra i propri interessi in Libano e non a casa propria. BASTA. KHALAS.
La verità è anche che è stato raggiunto un livello in cui sarebbe accettato qualsiasi accordo purche' possa RI-portare la pace e la stabilità nel Paese, un Paese che adesso vuole soltanto un po'di meritato riposo e magari godersi in tranquillità le prossime vacanze, sognando di ritrovarsi, appena svegli, all'inizio di una Stagione di boom economico, turistico, immobiliare come quella che (sembrava) essere quella fino allo scorso Giugno 2006, prima dell'improvviso (?) attacco di Israele. E' questo chiedere troppo?
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